Teorema d’incompletezza

2008

durata: 5’ 38’’
regia: Masbedo
musica: Lagash, Borgar Magnason
montaggio: Giuseppe Domingo Romano per Except s.r.l. courtesy: Noire Contemporary Art, Torino

Theorem of Incompleteness

The atmosphere is surreal, suspended. A table with dishes and glass household items piled on it is seen sitting in an arctic landscape. A stream flows placidly nearby, through the polar ice. In the distance, majestic snow- capped mountains. Suddenly gunshots are heard, coming from unknown points off frame, which repeatedly strike the objects on the table, resulting in a hail of broken glass that blankets the volcanic terrain with fragments and shards. Each time an object is hit glass flies and a thin cloud of pulverized glass rises up and is blown in every direction by gusts of wind. The most turbulent phases are preceded or followed by the words of a man and a woman who attempt in vain to engage in reasonable and exhaustive conversation, and are interrupted by sinister creaking noises in the background. The gunshots wind up reducing the table, even the chairs around the table, to splinters – a metaphor of the young couple’s impossible dialogue and insurmountable incomprehension. Theorem of Incompleteness, Masbedo’s first video from the Icelandic period (2008), recounts the strained relationship between man and woman – a central theme in the two artists’ poetics – through the destruction of fragile crystal and glass objects which metaphorically symbolize the dissolution of the sacredness and the intimacy of the couple. Exploring the limits and possibilities of the human condition, the video shows how powerful desire – i.e., contemporary longing-neurosis, the single driving force behind all Western capitalist societies – can be when it comes to withering our sense of existence. The idea of setting the video in Iceland, an island in the extreme northwest of Europe, flaunts two concepts that are omnipresent in the works of Masbedo: beauty, which surges from the sense of extraneousness and mystery; and the sense of solitude that stems from beauty. This land – in geological terms, a block of lava covered with glaciers – is a creation wrought from the clash between the North American and Eurasian tectonic plates, situated on a mid-ocean ridge and crossed by a fault line that is constantly growing wider (to the tune of three centimeters annually). This indeed turns out to be the ideal setting for the Milanese duo’s mental and existentialist explorations. The choice of location is by no means happenstance, but dictated by a marked interest that has pushed Masbedo to metaphorically develop a sort of parallel between the territorial tectonic conformation and the collapse of the Icelandic utopia, when the island, as the old continent’s epicenter of economic crisis in the Western world, bore the brunt of U.S. banks catastrophe in 2008. Reflection on upheaval in Western society is for Masbedo a pretext for opening up the discussion and underscoring aspects peculiar to the Icelandic way of life, from their sense of patriotic belonging to their pantheistic approach to the spiritual dimension, to the customs of a people which – albeit small in number – can claim a history and traditions that date back well over a thousand years. Lastly, this video also represents a stylistic turning point for Masbedo, which partially suspended the neo-Baroque component once the Icelandic experience had gotten under way, in favor of a more sober and depurated approach, brought about through a new chromatic treatment mainly based on pale black-and-white monochromy.

Atmosfera tipicamente surreale e sospesa: un tavolo su cui sono accatastate stoviglie
e suppellettili in vetro è paradossalmente collocato in un paesaggio artico. Nelle immediate vicinanze scorre un ruscello le cui acque gorgogliano fra i ghiacci della calotta polare in un flusso pacato mentre in lontananza si staglia maestosa un’imponente catena montuosa innevata. Improvvisamente risuonano alcuni colpi di arma da fuoco, provenienti da ignoti punti “fuori campo”, che colpiscono ripetutamente le stoviglie creando una pioggia di schegge e frammenti che dissemina sulla terra lavica una coltre di macerie taglienti. Ogni qual volta il vasellame viene centrato dalla furia degli spari, si disperde nell’aria una sottile nebulosa di frantumi polverizzati che le fendenti folate di vento trascinano in tutte le direzioni. Le fasi più turbolente sono precedute o seguite dalle parole di un uomo e una donna che tentano vanamente di instaurare una conversazione ragionevole ed esaustiva, interrotti da rumori sinistri e scricchiolii di sottofondo. Infine i colpi di fucile riducono in brandelli anche le sedie – metafora del dialogo impossibile e delle incomprensioni della giovane coppia – che rovinano inesorabilmente al suolo insieme al tavolo.
Teorema di incompletezza, opera che inaugura il soggiorno islandese dei Masbedo (2008), racconta il difficile rapporto tra un uomo e una donna – tema centrale nella poetica dei due artisti – attraverso la distruzione di fragili oggetti in cristallo e vetro che metaforicamente simbolizzano la dissoluzione della sacralità e dell’intimità della coppia di amanti. Affrontando i limiti e le possibilità della condizione umana, il video racconta quanto il desiderio, inteso come anelito-nevrosi del contemporaneo, unico motore di tutte le società occidentali capitalistiche, sia in grado di atrofizzare il senso dell’esistenza. La scelta dell’Islanda, isola collocata all’estremo nord ovest dell’Europa, racchiude due concetti sempre presenti nel lavoro dei Masbedo: la bellezza, che scaturisce dal senso di estraneità e di mistero, e il senso di solitudine che ne deriva. Questa terra – geologicamente assimilabile a un blocco di lava ricoperto da ghiacciai –, nata dallo scontro delle placche nordamericana ed eurasiatica, è situata sulla dorsale oceanica ed è attraversata da una lunga faglia che, aprendosi costantemente, la lacera progressivamente (tre centimetri all’anno): essa assurge pertanto alla condizione di luogo scenografico ideale per le ambientazioni mentali ed esistenzialiste del duo milanese. La scelta della location per allestire il set filmico non è quindi casuale ma dettata da uno spiccato interesse che ha spinto gli artisti a elaborare metaforicamente una sorta di parallelismo fra la conformazione tettonica del territorio e la disgregazione dell’utopia isolana, epicentro nel vecchio continente della crisi del sistema economico occidentale in seguito al crack bancario statunitense del 2008. La riflessione sulla crisi della società occidentale rappresenta per i Masbedo un pretesto per ampliare
in discorso e sottolineare taluni aspetti peculiari del way of life islandese, dal sentimento di appartenenza patriottica, all’approccio panteistico della dimensione spirituale, agli usi e consuetudini di una popolazione che – seppur numericamente esigua – custodisce una tradizione e una memoria storica millenaria.
Questo video, infine, rappresenta anche il “giro di boa” stilistico dei Masbedo che
a partire dall’esperienza islandese hanno parzialmente accantonato la componente neobarocca in favore di un approccio più sobrio e depurato, attuato attraverso una nuova impostazione cromatica imperniata su una prevalente monocromia esangue bianconera.

Credits
Exhibition History

Fondazione Merz, Turin, 2014
Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna, Turin, 2019
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (Torino) 2013
Mambo – Pinacoteca di Bologna, 2013
Cinema Dynamo, Centre d’Art Contemporain Genève, 01.05.2015 – 17.05.2015, curated by Andrea Bellini and Laura Cherubini.
Maxxi, Rome, 2011
Center for Contemporary Art Ujazdowsky Castle, Warsaw, 22.01.2010 – 31.01.2010, curated by Agnieszka Sural.