Between 1977 and 1999 Pinin Brambilla Barcilon spent fifty thousand hours of her life restoring Leonardo da Vinci’s Last Supper, one of the most controversial and complex operations ever carried out in the history of restoration. The woman, and her professional and existential life form the centre around which the work Madame Pininrevolves. It isa complex photographic, audio and video installation,that shows a pictorial portrait through the details of the hands, face and eyes of restorer. This narrative is taken as an example for a wider discourse on the concept of beauty, its preservation, its care and the intrinsic fragility of the work of art.The condition of art works rely on time and history, although it is the history of man who intervenes to preserve the survival of memory through its physical presence.
Tra il 1977 e il 1999 Pinin Brambilla Barcilon ha trascorso cinquantamila ore della sua vita a restaurare l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, una delle operazioni più controverse e complesse mai realizzate nella storia del restauro. La donna e la sua vita professionale ed esistenziale costituiscono il centro attorno al quale ruota l’opera Madame Pinin,una complessa installazione fotografica, audio e video, che mostra un ritratto pittorico attraverso i dettagli delle mani, del viso e degli occhi della restauratrice. Questo racconto è preso come esempio per un discorso sul concetto di bellezza, la sua conservazione, la sua cura e la fragilità intrinseca dell’opera d’arte. La condizione delle opere d’arte fa affidamento sul tempo e sulla storia, sebbene sia la storia dell’uomo che interviene per preservare la sopravvivenza della memoria attraverso la sua presenza fisica.